EMOZIONI A CINQUE CERCHI. parte prima.

La lunga strada verso i Giochi. Luca Stucchi

Arrivare ad arbitrare una finale olimpica è il sogno di moti di noi. Non tutti sanno che la strada per giungere fin lì è lunga, faticosa e impegnativa, e che ci sono diversi step ed esami da superare. In questo caso, per capire bene, ci viene in aiuto l’appendice 4 del libro 1 del Regolamento WA. Gli step sono: Giudice di Gara Nazionale, Giudice di Gara Continentale (CJ), Giudice di Internazionale Candidate (IJC), Giudice Internazionale Full (IJ). Per la progressione da uno step all’altro è necessario superare un test abbastanza impegnativo, solo per il passaggio da IJC a IJ non è previsto un esame; tra uno step e l’altro è importante maturare esperienza sui campi di gara in varie specialità. Oltre al supermento del test di passaggio è essenziale, ovviamente, aver superato il riaccredito, avere buone valutazioni sul campo, partecipare ai Congressi World Archery e rispondere correttamente ai casi studio proposti dalla Newsletter World Archery. Va da sé che la conoscenza della lingua inglese è vincolante. L’Italia, in ambito internazionale è stata sempre ben rappresentata, diversi i GdG che hanno partecipato ai Giochi: ricordiamo il Barone Annibale Guidobono Cavalchini, Gian Piero Spada, Marco Cattani, Luca Stucchi, Fulvio Cantini, Andrea Bortot. Agli ultimi tre della lista abbiamo posto delle domande, che vi aiuteranno meglio a capire la lunga strada verso la fiaccola.

 

 

Dove è iniziato il tuo percorso verso i 5 cerchi?

Personalmente non è stato un percorso con tappe, obiettivi e traguardi. Francamente non avrei mai pensato di raggiungere tale risultato. Anzi, non mi sono programmato e basta. Forse proprio per questo è arrivato.

Quali sono i passi da compiere per arrivare all’Olimpiade?

Progettare un percorso verso le Olimpiadi porta facilmente ad un’ossessione che comporta la scelta spasmodica di sentieri o soluzioni che non sono compatibili e coerenti con l’obiettivo primario di un giudice: operare con criterio, entusiasmo e rigore. Paradossalmente sono proprio questi, a mio parere, i requisiti che hanno favorito la mia selezione. In altre parole, non cercare un percorso ma seguilo. Poniti sempre criticamente con te stesso e cogli da tutto ciò che ti circonda. Non dare per scontato nulla e pensa sempre che la tua prestazione può migliorare. Non porti traguardi, ma raggiungili e superali, come un bambino curioso.

Quali eventi ti hanno portato all’Olimpiade?

Difficile definire le tappe. Riguardando il passato l’immagine che più mi sembra calzante è un fluido scorrere di eventi. Con il senno di poi è facile dire che ci sono state una serie di occasioni e di opportunità gestite bene e con un pizzico di fortuna che serve sempre.Tutto è stato formativo: ogni dettaglio, commento e soprattutto critica, difficile fare una cernita o una classifica. L’importante è non banalizzare, trascurare o ignorare ciò che accade.

 

 

Quali sono stati rilevanti?

Sicuramente ab urbe condita è stato il campionato del mondo giovanile che ho gestito come responsabile della giuria arbitrale a Lilleshall nel 2004. L’esperienza è stata importante perché mi ha permesso di cimentarmi nella creazione di una squadra e motivarla, più che nella gestione tecnica dell’evento. Un’altra competizione che mi ha dato la possibilità di vedere prospettive fondamentali è stato il mondiale universitario di Vinicne, in Slovacchia nel 2006. Lì ho imparato l’importanza di collaborare con l’Event Manager, in quel caso Juan-Carlos Holgado, per coniugare l’evento sportivo con quello mediatico.

Consigli per aspiranti olimpici?

 “Fare o non fare; non esiste provare” – Yoda, Maestro Jedi Per non ripetermi, pongo l’accento sull’aspetto tecnico, che fino ad ora non ho trattato. Oltre a leggere e conoscere i regolamenti aggiornati, bisogna applicarli senza una sindrome di onnipotenza: autorevoli ma non autoritari, sempre sorridenti ma fermi, cordiali ma non accondiscendenti, tolleranti ma non servili e sempre, sempre umili. Il risultato sarà sempre il rispetto dei degni. Gli altri possono essere ignorati

Speranze e paure a 5 cerchi.

Conclusioni molto, molto, molto personali. Anche se fondamentale, la mera conoscenza regolamentare capillare non è l’unico aspetto da considerare per raggiungere la fiaccola. L’aspetto umano è altresì fondamentale sia in termine di scambio alla pari con gli altri attori della competizione (atleti, organizzatori, gestori dei risultati, ecc.) sia per una prestazione che tenga presente il vero obiettivo: il miglioramento continuo. L’olimpiade è una (piacevole) conseguenza. In bocca al lupo a tutti!

A quale edizione dei Giochi hai partecipato?

Pechino 2008.